Page 14 - Assaggiami_53_aprile_2025
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gato magistralmente dal cuoco Carlo Nascia
nel trattato Li quattro banchetti alla Corte di
Parma e citato dalla letteratura gastronomica
fra Sette e Ottocento, questo piccolo tesoro
divenne ben presto un’importante risorsa
per l’economia della vallata. Alla fine dell’Ot-
tocento, a Borgo Val di Taro, ebbe inizio una
vera e propria attività di lavorazione del pro-
dotto in diverse varianti (secco, sott’olio e fre-
sco) e la sua successiva commercializzazione.
Un prodotto così prezioso necessitava di
luoghi altrettanto speciali per preservarne
il valore, conservarne la storia e valorizzarne
l’unicità. Ecco, dunque, la nascita di un per-
corso espositivo presso il Museo delle Mura a
Borgo Val di Taro e una seconda sezione nella
sede delle Comunalie ad Albareto.
Il percorso espositivo di Borgo Val di Taro,
ambientato in una sorta di “bosco incantato”
attraversato da differenti radure, si divide in
sette sezioni, ognuna con una funzione spe-
cifica. All’ingresso si incontra l’Homo radix,
esploratore dei boschi e divenuto, esso stes- Museo del Fungo Porcino - Sede di Borgotaro - La collezione micologica Soncini.
dietro ai funghi. Grazie a un ricco apparato
di biologia e lessico tecnico, si potrà prose-
guire la conoscenza di questo fantastico Re-
gno imparando vocaboli utili alla descrizione
del fungo e capendo il funzionamento del
suo ciclo di vita. In aggiunta, un approfondi-
mento speciale sul protagonista del Museo:
il Porcino e le sue quattro varietà più note. A
distinguerli, non solo le differenti stagiona-
lità, ma anche la nascita in habitat specifici.
Ed è proprio l’ambiente, con la sua ricca ve-
getazione, a giocare un ruolo fondamentale
nella crescita di questo fungo. Nella sesta
sezione, ampio spazio alla descrizione della
flora, prima approfondendo la botanica delle
singole specie, poi osservando dall’alto le aree
di interesse del territorio dove avviene la pre-
ziosa raccolta del Porcino. Successivamente
sono descritti i processi di lavorazione, come
l’essiccazione o la conservazione sott’olio, di
cui parlava anche il gastronomo Pellegrino Ar-
Museo del Fungo Porcino - Sede di Borgotaro - Le forme dei funghi. tusi, e le differenti tecniche di conservazione.
so una parte del bosco e poi la storia dei fun-
ghi e gli eventi più significativi nel Parmense.
Nella terza sezione è esposta un’intera colle-
zione di stampe micologiche appartenute a
Guido Soncini: oltre 1.500 pezzi tra stampe
botaniche, tavole didattiche e comparative,
erbari, fotografie, cartoline, figurine pubblici-
tarie e oggetti fungiformi.
La quarta sezione è dedicata allo stretto rap-
porto tra funghi e gastronomia, con appro-
fondimenti sui valori nutrizionali, sulle specie
fungine più utilizzate e una ricca carrellata di
ricette tipiche della cultura gastronomica ita-
liana. Inoltre, c’è la possibilità di immergersi
in un mondo microscopico, meno conosciu-
to ma di fondamentale importanza, che ri-
guarda i funghi invisibili a occhio nudo come
lieviti e muffe, veri protagonisti di alcune
trasformazioni alimentari senza le quali non
otterremmo birra, vino, pane e formaggi.
Il viaggio prosegue con la quinta sezione,
pronta a svelare tutti i segreti che si celano Museo del Fungo Porcino - Sede di Borgotaro - Prospettiva delle radure.
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